Mater, Madre o, più semplicemente, Mamma. Tutto ciò che è generato (e degenerato) è scaturito dal grembo generante dell’Eva generatrice. La Natura è madre, la Cultura è madre, la Lingua è madre. Madre nell’accezione più profonda e primordiale che costituisce l’esperienza totalizzante d’ogni essere umano. Più concretamente, una figura tenace e determinante negli slanci come nei limiti, nel senso di autonomia come nelle castrazioni che può infondere; e che in ogni caso plasma, condiziona, segna nel profondo. Scaturito dalle uterine profondità, ogni uomo al mondo tenta di compiere il proprio viaggio di ribellione e di riscatto nei confronti della figura materna. Vi riusciranno in pochi. L’epilogo della vita, al di là delle scelte compiute, costituirà pur sempre un ritorno alla madre, sia essa rappresentata dalla donna con cui decide di accompagnarsi, oppure dalla diva che sceglierà di innalzare nel proprio pantheon, sia, infine, nella sublimata figura della Madonna (Mater delle madri); comunque il suo sarà un ritorno in quelle primigenie profondità, calde e rassicuranti. Ciò che alla fine prevarrà è l’eterno femminino di cui egli stesso è plasmato e a cui è indissolubilmente legato. Ogni uomo, in fin dei conti, reca in sé la madre, ne è l’imago espressa. Per molti aspetti, vedere lui è vedere lei. Gli interventi con cui si apre questo ricco numero dicembrino vertono su quest’archetipo, sollevando anche implicazioni e domande antiche come il mondo. Chiudiamo così un 2013 ricco di eventi più o meno belli, augurando ai nostri lettori un nuovo anno che sia all’insegna della positività e di una nuova rinascita su tutti i fronti. [Continua a leggere…]