Archivio per giugno 2014

STUPRO D’ARTISTA | Nicola Samorì – La pittura è cosa mortale

Il crimine estetico di Nicola Samorì va compreso in quel confine labile che separa il gesto creativo da quello distruttivo. Consapevole del potere che l’artista può esercitare sulle sue immagini, Samorì sceglie di spingersi fino in fondo con la determinazione del lucido impietoso carnefice. L’opera, designata vittima sacrificale, non è che il risultato di questa lotta, la testimonianza di una sofferta interazione. <<Ho sempre trovato difficile accudire una forma senza poi mutilarla>>, ha dichiarato l’artista, che ha ben chiare le direttive del suo complesso lavoro di ricerca. [Continua a leggere…]

Fernand Léger | LA VISIONE DELLA CITTA’ CONTEMPORANEA

Gli anni tra il 1910 e il 1930 sono per definizione gli anni della sperimentazione e della trasformazione – attraversati da una molteplicità di implicazioni e deflorati dalla bestialità del primo conflitto bellico – anni veloci, frenetici, voraci, incredibilmente creativi: un laboratorio a cielo aperto. L’esposizione, come è denunciato nel titolo, non è una retrospettiva sul corpus pittorico legeriano, ma focalizza un preciso frangente temporale, quel ventennio cruciale dove protagonista (nella ricerca di Léger come in quella di molti altri come Delaunay, Kupka, Gris, Gleizes, Duchamp…) è la città in divenire, fucina cubo-futurista, costruttivista e neoplasticista, luogo del presente proiettato nel futuro. [Continua a leggere…]

UNA RIVOLUZIONE, SE DIO VUOLE | Il nuovo romanzo di Alessandro Golinelli

Una rivoluzione, piccola o grande che sia, non coinvolge mai soltanto, e indistintamente, una collettività, perché ad esserne travolte ci sono le singole interiorità, le singole storie, ciascuna a suo modo chiamata a una riformulazione. La rivoluzione si innesca e esplode quando l’insofferenza, la sopportazione e il disagio sono al culmine, ed è in questo punto di non ritorno, in questo confine instabile che si scrive la Storia, il presente e il futuro di un Paese, i destini di migliaia e migliaia di persone. La rivoluzione raccontata da Golinelli è quella che ha portato alla caduta di Mubarak nel 2011. [Continua a leggere…]

SANGUE EUROPEO | Terre selvagge – Il nuovo romanzo di Sebastiano Vassalli

In Terre selvagge Sebastiano Vassalli ricostruisce una delle più grandi e misteriose battaglie del mondo antico. L’anno è il 101 a.C., il seicentocinquantaduesimo dalla fondazione di Roma, ossia duemilacentoquindici anni fa. I luoghi dello scontro sono i Campi Raudii, nome antico di quella regione che oggi chiamiamo Piemonte, e più precisamente quell’area in pianura attraversata dalla Dora, dal Tanaro, dal Sesia e da un tratto del Po, tra Novara e Vercelli. A fronteggiarsi nei rispettivi accampamenti ci sono da una parte i Cimbri (popolo originario di quei paesi scandinavi che oggi chiamiamo Svezia e Norvegia) e dall’altra i Romani, capeggiati dal console Caio Mario. [Continua a leggere…]

AMEDIT MAGAZINE, n° 19 – Giugno 2014

Ci sono secessioni di cui restiamo i soli testimoni, essendone i diretti interessati. Non sempre se ne ha consapevolezza. A un certo punto della vita avviene una deriva; qualcosa che ci costringe ad abbandonare certe cose cui tenevamo molto, a modificare i nostri comportamenti, le nostre prospettive, il nostro modo di pensare e di agire. “Si cresce, si diventa adulti. Il cambiamento è necessario.” Diranno molti. Certo. Ma l’esito di questa trasformazione non sempre è quella che auspicavamo. Puoi non riconoscerti più in ciò che sei diventato. Ti sei lasciato agire dagli eventi, ti sei fatto forgiare da cause esterne a te stesso. Sei altro da te. In fondo al pozzo della tua anima giacciono i relitti di tutto ciò che hai dovuto tuo malgrado abbandonare, lasciarti dietro. Per sempre. Non tutto ciò che è andato perduto meritava d’essere salvato, ma tra quelle cose ce n’erano sicuramente alcune (forse tante) che andavano preservate, custodite gelosamente. C’erano cose che avresti dovuto portare con te, e magari sviluppare. Ma la rinuncia ti è apparsa inevitabile. I vezzi e i balocchi di quand’eri bambino, man mano che crescevi furono seguiti da sogni, desideri, aspirazioni che ebbero uguale destino. Di questa secessione tra un prima e un dopo (chissà quante volte reiterata) sei il solo a pagare il conto. Oggi sei qui, con questo barattolo di vetro trasparente tra le mani. Pensi alle parole di Janet Frame “Tutte le cose sotto vetro sono preziose ”, e sai che quell’involucro è ancheconserva, preservazione. Provi a scavare, a ripescare dal fondo di quel pozzo; tenti di recuperare i lacerti di quel tuo personale universo più volte violato e saccheggiato. Tutto ora è chiuso dentro quel barattolo. Custodito e insieme represso. Sottovuoto spinto. Un barattolo può sempre essere riaperto. [Continua a leggere…]