Ci sono secessioni di cui restiamo i soli testimoni, essendone i diretti interessati. Non sempre se ne ha consapevolezza. A un certo punto della vita avviene una deriva; qualcosa che ci costringe ad abbandonare certe cose cui tenevamo molto, a modificare i nostri comportamenti, le nostre prospettive, il nostro modo di pensare e di agire. “Si cresce, si diventa adulti. Il cambiamento è necessario.” Diranno molti. Certo. Ma l’esito di questa trasformazione non sempre è quella che auspicavamo. Puoi non riconoscerti più in ciò che sei diventato. Ti sei lasciato agire dagli eventi, ti sei fatto forgiare da cause esterne a te stesso. Sei altro da te. In fondo al pozzo della tua anima giacciono i relitti di tutto ciò che hai dovuto tuo malgrado abbandonare, lasciarti dietro. Per sempre. Non tutto ciò che è andato perduto meritava d’essere salvato, ma tra quelle cose ce n’erano sicuramente alcune (forse tante) che andavano preservate, custodite gelosamente. C’erano cose che avresti dovuto portare con te, e magari sviluppare. Ma la rinuncia ti è apparsa inevitabile. I vezzi e i balocchi di quand’eri bambino, man mano che crescevi furono seguiti da sogni, desideri, aspirazioni che ebbero uguale destino. Di questa secessione tra un prima e un dopo (chissà quante volte reiterata) sei il solo a pagare il conto. Oggi sei qui, con questo barattolo di vetro trasparente tra le mani. Pensi alle parole di Janet Frame “Tutte le cose sotto vetro sono preziose ”, e sai che quell’involucro è ancheconserva, preservazione. Provi a scavare, a ripescare dal fondo di quel pozzo; tenti di recuperare i lacerti di quel tuo personale universo più volte violato e saccheggiato. Tutto ora è chiuso dentro quel barattolo. Custodito e insieme represso. Sottovuoto spinto. Un barattolo può sempre essere riaperto. [Continua a leggere…]