AMEDIT Magazine, n° 23 – Giugno 2015
«Non tollero i rom, non tollero gli extracomunitari, i delinquenti, i gay, le lesbiche, i trans! Sarò libera o no?». Sono le parole scritte da un’utente sul social network Twitter. C’è chi, come il leader della Lega Salvini commenta l’arrivo di nuovi barconi d’immigrati nelle coste italiane con “Lasciamoli in mezzo al mare!”; e chi come il segretario di Stato vaticano Parolin, definisce l’esito del referendum sulle nozze gay in Irlanda “Una sconfitta per l’umanità”. A giudicare da queste espressioni, ormai tanto frequenti, si direbbe che l’epoca della caccia alle streghe è tutt’altro che finita. Ci sono sempre nuovi nemici e nuovi spettri da allontanare. C’è un evidente malessere sociale, e l’immagine che ne emerge sembra essere quella di una collettività, di uno Stato e di una Chiesa capaci solo di individuare il nemico, il capro espiatorio a cui addebitare le cause di tutti i mali. Chissà se sono queste le riflessioni che hanno di recente fatto dire allo scrittore Umberto Eco, riguardo ai social network: “danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. (…) Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”. (continua a leggere)