Archivio per dicembre 2015

CÉLESTINE | Diario di una cameriera | Un romanzo di Octave Mirbeau (Ed. Elliot, 2015)

Quella della femme de chambre è una figura particolarmente abusata nella letteratura, specie nella seconda metà dell’Ottocento, in quel problematico e delicato frangente di passaggio tra i rigori conservatori dell’accademia e i fermenti innovatori dell’avanguardia. La servitù domestica incarna un’umanità altra, un ibrido tra popolo (dal quale proviene) e borghesia (per la quale lavora): un punto d’osservazione privilegiato, assolutamente ideale per cogliere quella che Mirbeau chiamava «tutta la tristezza e la comicità della condizione umana.» La relazione tra schiavo e padrone è vecchia come il mondo, ricalca l’archetipo preda e predatore, quella legge incontrovertibile che condanna il più debole nelle grinfie del più forte. Nel XIX secolo il domestico, e più ancora la domestica (la cameriera, l’inserviente, la serva, la sguattera, la donna delle pulizie o talvolta più semplicemente “la donna”) occupa il gradino più basso nella gerarchia sociale, l’ultimo gradino della rispettabilità, immediatamente dopo viene la prostituta; si consideri che fino ai primi anni ’50 del ‘900, una donna di servizio poteva “riscattarsi” nella maggioranza dei casi solo attraverso il matrimonio, unica alternativa alla strada o a una vita di stenti. (continua a leggere)

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CHARLOTTE La morte e la fanciulla (Skira, 2015) | Un romanzo di Bruno Pedretti sulla figura e sull’opera di Charlotte Salomon

Charlotte Salomon muore a soli ventisei anni, gravida al quarto mese. Una vita troppo breve, recisa con un taglio netto, ma inseguita fino all’ultimo istante. Del suo fugace passaggio su questa Terra resta però un’impronta profonda, un testamento che la giovane ha vergato con la materia viva del suo sangue, pagina dopo pagina, affinché nulla andasse irrimediabilmente dimenticato. All’eco dolorosa del suo canto, così disperato e insieme così vitale, si è accostato con ogni cautela Bruno Pedretti, che forse più di tanti biografi e curatori ne ha saputo cogliere e restituire il messaggio universale. Con delicatezza estrema e in toni carezzevoli, mosso da umana pietà e partecipe adesione, Pedretti ha rivivificato la figura umana e artistica di Charlotte Salomon, ridandole forma e colore attraverso l’architettura del romanzo. (continua a leggere)

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Fabio Maniscalco | Un archeologo in trincea | Oro dentro | a cura di Laura Sudiro e Giovanni Rispoli

In Oro dentro (Skira, 2015) Laura Sudiro e Giovanni Rispoli ricostruiscono la vicenda professionale e umana di Fabio Maniscalco, archeologo militante, studioso appassionato e pioniere nella tutela del patrimonio artistico e culturale in aree di crisi. Nato a Napoli nel 1965, si iscrive nel 1984 alla Facoltà di Lettere antiche Federico II, e si laurea nel 1990 in Filologia micenea (con una tesi sulle armi micenee) con Louis Godart come relatore. La prima esperienza di scavo (con Godart) risale al 1985 – un’azione congiunta tra l’Università di Napoli e il Ministero ellenico dei Beni culturali – e avviene nel sito minoico di Apodoulou. Qui, con le mani affondate nella terra, a contatto con la materia viva, Maniscalco vede emergere tutta l’urgenza della sua vocazione. Fin da subito quella di Fabio Maniscalco si profila non già come una carriera professionale ma come una missione, un’azione di recupero e valorizzazione volta a salvaguardare un’eredità universale. (continua a leggere)

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SE L’ARTISTA È MARGINALE | L’arte espansa | Un saggio di Mario Perniola (Einaudi, 2015)

In letteratura non puoi fingere: o scrivi un capolavoro o compili l’ennesimo titolo di coda. Per le arti visive che mirino a una qualcheperduranza il quadro si complica: è più facile farla franca con qualche effetto o con una bella trovata d’impatto, salvo poi però alla resa dei conti svanire nel breve volgere di una dissolvenza. L’immagine è intrinsecamente ambigua, sempre a un passo dall’essere fagocitata dall’effimero, lampante e labile, sfacciata e occulta, appariscente e invisibile, originale e replicabile, unica ma al contempo infinitamente sostituibile. Chi oggi lavora nelle arti visive lo fa all’interno di una panoramica intermittente dove gli scenari si sovrappongono senza sosta; il “mondo dell’arte” – per usare un’espressione abusatissima che intende riferirsi a quell’insieme di persone coinvolte nella produzione, commissione, promozione, critica e vendita dell’arte – sembra ormai fare il verso a un décollage di Mimmo Rotella. (continua a leggere)

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VIVIAN | Sulle tracce di Vivian Maier, fotografa e bambinaia

Se conosciamo Vivian Maier lo dobbiamo all’intuito e all’intraprendenza del giovane John Maloof che nel 2007, mentre era alla ricerca di vecchie immagini della Chicago anni Cinquanta, si è imbattuto per puro caso in una curiosa scatola piena di rullini; per due anni la scatola (acquistata in una casa d’aste per una cifra irrisoria) rimane chiusa in un armadio, fino a che Maloof per curiosità non sviluppa il primo rullino. Dopo aver visionato alcune immagini Maloof capisce subito l’eccezionalità della sua scoperta, e decide di pubblicarle un po’ per volta su internet, dove non tardano a catalizzare l’attenzione di critici e intenditori. (continua a leggere)

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BARBIE. THE ICON | In mostra a Milano la più celebre fashion doll

Un’icona, un modello, un archetipo, un feticcio, una caricatura o semplicemente un giocattolo? Barbie, per dirla con l’antropologa Camille Paglia «è sublime espressione della cultura occidentale che oggettifica le persone e personalizza gli oggetti.» Valerie Steele, direttrice del Fashion Institute of Technology, paragona Barbie alla Gioconda, tanto prepotentemente è penetrata nell’immaginario collettivo la sua patinata e platinata icona culturale. E come darle torto? Se nel corso dei decenni questa bamboletta abbia più nociuto o giovato alla causa dell’emancipazione e dell’identità femminile è difficile stabilire, tanto controverso e ambivalente è il modello di donna di volta in volta veicolato (sempre oscillante tra la donnina di casa più o meno in carriera e l’algida diva). Agile, snella, sorridente, Barbie incarna una perfezione irraggiungibile: l’immanenza di bellezza e felicità; nulla turba la sua quieta eterna giovinezza, e a scongiurare lo spettro della noia c’è sempre un nuovo outfit da indossare o un nuovo Ken con cui flirtare. Barbie è la princess che popola i sogni d’ogni bambina (e d’ogni bambino, finiamola con la menzogna dei maschietti che non giocano con le bambole), è la starlette che ancheggia in ogni teenager, la mannequin cui ogni donna vorrebbe assomigliare. (continua a leggere)

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AMEDIT Magazine, n° 25 – Dicembre 2015

Célestine, Charlotte, Vivian, Christine, Noha, Lili, Arianna, Barbara, Giuni, Alice, Loredana, Ada, Maria… o più semplicemente Eva. Eva mitocondriale, Eva biblica, Eva contemporanea, Eva: la recidiva. Questo numero di Amedit ha decisamente nome di donna, dalla più spregiudicata alla più santificata, passando per infinite cangianti sfumature. Curioso, meraviglioso essere. Una sfinge senza segreti per dirla con Oscar Wilde. Eccone dunque un omaggio, o un monito, senza alcuna pretesa di esaustività (pur nella sua imperturbabilità la donna è continuità, moto perpetuo, rigenerazione). Siete pronti a intraprendere un viaggio nella storia, nella letteratura, nel cinema, nell’arte e nella musica per scoprire alcuni straordinari profili di donne avulsi dai soliti luoghi comuni? (continua a leggere)