Archivio per marzo 2016

IL SIGNORE DEGLI ENIGMI | Escher a Treviso | Complesso di Santa Caterina

Su Amedit n. 26 – Marzo 2016

Grande scardinatore delle bidimensionalità, Escher ha saputo cogliere e ridelineare la giana ambivalenza dell’immagine. La sua riflessione, razionale e al contempo immaginifica, ha indagato le connessioni più ardite insite nel mondo naturale, dalle più reali alle più improbabili, in un’unica soluzione di continuità. Attratto dalla complessità mutevole ch’è nocciolo d’ogni forma semplice, Escher ha fatto del suo occhio una portentosa lente d’ingrandimento curiosa di sondare le dimensioni slabbrate dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande. Con meticolosa perizia – come agendo nel tempo sospeso dell’amanuense o più ancora dello scriba egizio – ha ritagliato sottilissime linee di luce dal buio pesto aprendovi varchi, operando sfondamenti, portando alle estreme conseguenze il misterioso dialogo tra il bianco e il nero, tra la luce che chiara rivela e la tenebra che tutto occulta. (continua a leggere)

ARCHITETTURA BIOMIMETICA | Ovvero l’arte della bio-ispirazione

Su Amedit n. 26 – Marzo 2016

Imitare gli ingegnosi modelli della natura per risolvere complessi problemi umani: è questo l’ambizioso obiettivo dell’architettura biomimetica, una disciplina sperimentale relativamente nuova, ma che può vantare già numerose applicazioni in svariati contesti. Dal greco bios (vita) e mimesis (imitazione), l’architettura biomimetica non va confusa con le operazioni di mascheramento degli edifici attraverso pannelli vegetali (si veda a questo proposito Patrick Blanc e il suo rivestimento “vertical green”). Oggi più che mai occorre ripensare l’architettura in termini di sostenibilità; all’arte della demolizione (la progressiva rimozione del preesistente ad alto impatto ambientale) devono necessariamente affiancarsi un’edilizia consapevole e nuovi sistemi di produzione a ciclo chiuso capaci di convertire scorie e scarti in energia intelligente. La biomimetica è una nuova filosofia per l’architettura contemporanea, un vero e proprio piano di salvataggio per il pianeta. (continua a leggere)

6.000.000 | La Shoah in 100 mappe | Un saggio di Georges Bensoussan, con cartografie di Mélanie Marie

Su Amedit n. 26 – Marzo 2016

Per la grande macchina burocratica nazionalsocialista gli ebrei furono soprattutto numeri, null’altro che cifre da destinare, per progressiva sottrazione, all’azzeramento. L’unità (l’essere umano ridotto a mera entità numerica) sfuma nelle decine, nelle centinaia, nelle migliaia, nelle centinaia di migliaia, nei milioni, fino ad arrestarsi su una cifra drammaticamente compresa tra i 5,9 e i 6,2 milioni. Le azioni di sterminio interessarono oltre un terzo della popolazione ebraica mondiale (gli ebrei d’Europa furono letteralmente, o dovremmo dire numericamente, dimezzati). I numeri, nero su bianco, lasciano poco spazio all’immaginazione: l’oggettiva constatazione, la cosiddetta conta dei danni (stimata tutt’altro che per eccesso), rende superflua ogni interpretazione. (continua a leggere) 

 

ALEXANDRE DUMAS E CHARLES ASSELINEAU A PATTI COL DIAVOLO | Due racconti di ispirazione “faustiana”

Su Amedit n. 26 – Marzo 2016

Genio sovrannaturale: è questo il concetto chiave che lega i due racconti squisitamente ottocenteschi di Dumas padre e Asselineau, non a caso chiamati a raccolta in questo prezioso volumetto edito da Il Canneto. Tanto ne Il diavolo e l’architetto (Dumas, 1841) quanto in Seconda vita (Asselineau, 1858) i protagonisti, agiti dal demone dell’ambizione, si rivelano disposti a tutto pur di veder coronati i loro desideri, finanche a stipulare un patto col diavolo in persona, che infatti è proprio quello che accade. Nel primo racconto l’ambizione del protagonista è quella di raggiungere il più alto livello d’eccellenza nell’invenzione architettonica, un talento progettuale e creativo che non tema rivali e che susciti la più commossa e unanime ammirazione. Nel racconto di Asselineau invece l’ambizione prima di essere artistica (nello specifico musicale) è amorosa, alimentata dal fuoco folle della gelosia. (continua a leggere)

LATTE E SANGUE | Morire in primavera | Il nuovo romanzo di Ralf Rothmann

Su Amedit n. 26 – Marzo 2016

In Morire in primavera (Im Frühling sterben) lo scrittore tedesco Ralf Rothmann svela l’altro volto della gioventù hitleriana, quello celato dalla maschera inespressiva del gelido esecutore, quello sfigurato dalla smorfia disumana del volenteroso carnefice. È il volto imberbe di tanti ragazzi tedeschi, spesso poco più che ragazzini, gettati in guerra tra fronti e retrovie anche nelle ultime settimane che precedettero la grande disfatta, giovani betulle consegnate a un fuoco ormai tutto cenere e fumo, primavere sepolte vive. Non c’è medaglia al valore civile che possa appuntarsi con onore su una giovinezza mandata a morire in guerra, e non c’è stele o monumento che possa innalzarsi fieramente alla sua memoria. (continua a leggere) 

DITTATURA O LETTERATURA | La casa delle parole | Un romanzo di Cécile Coulon

Nell’ambientazione – tanto cruda e asettica quanto sospesa e apocalittica, e più in generale nelle coordinate spazio-temporali indefinite e astoriche – di questo nuovo romanzo della scrittrice francese Cécile Coulon echeggiano certe atmosfere metafisiche di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e de Il paese delle ultime cose di Paul Auster. La casa delle parole, favola nera sulle subdole pratiche di manipolazione e condizionamento culturale delle masse messe in atto da certi vertici del potere, è in primo luogo una dichiarazione d’amore verso la letteratura. 1075, questo il nome non-più-nome del protagonista, vive in un luogo non-più-luogo, un Paese governato da autorità dittatoriali che per garantire l’ordine sociale hanno individuato un metodo di controllo basato sulle letture pubbliche. (continua a leggere)

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