Archive for the ‘ Recensioni Libri ’ Category

Morte a Venezia 1971-2021 | Compie cinquant’anni il capolavoro di Luchino Visconti

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 45 | estate 2021

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Un racconto. Una sinfonia. Un film. Tre opere distinte, compiute in sé stesse, appartenenti a medium espressivi distanti anni luce. La novella Der Tod in Venedig (1912) di Thomas Mann, l’Adagietto del IV movimento della Quinta Sinfonia (1903) di Gustav Mahler e il film Morte a Venezia (1971) di Luchino Visconti. Checché ne dicano i puristi, da cinquant’anni queste tre opere si ritrovano a convivere e a dialogare su un territorio comune, fuse l’una all’altra, compenetrate, riflesse, mai sovrapposte. (continua a leggere)

LES MORTS VONT SEULS… | I due viaggiatori | un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 45 | estate 2021

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Il lavoro che fagocita il tempo. Il lavoro che abbruttisce, svilisce e condiziona. Il lavoro che riduce l’individuo a lavoratore, a ingranaggio di una macchina sociale religiosamente produttiva. Il lavoro ad ogni costo e ad ogni prezzo. Il lavoro che, prima del corpo, usura l’animo, l’intelletto e la percezione di un sé nel rapporto con il mondo. Su questo verte Les deux voyageurs (I due viaggiatori), uno dei racconti più crudeli di Octave Mirbeau. (continua a leggere)

IL FIORE DELLE FARFALLE | Beati gli inquieti | un romanzo di Stefano Redaelli

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 45 | estate 2021

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Che cos’è la follia? Un cortocircuito cerebrale? La mera assenza di lucidità e razionalità? E se invece fosse ben altro? Se il folle fosse qualcosa di più di un semplice malato psichiatrico? «La follia è la sorella sfortunata della poesia.» sono parole del poeta romantico tedesco Clemens Brentano. La letteratura e la poesia, bypassando i rigidi confini tracciati dalla scienza medica, possono talvolta suggerire risposte meno circoscritte. E se la follia – questa inguaribile inquietudine – fosse solo una condizione spirituale? (continua a leggere)

LA GRANDE TRIBOLAZIONE | Latte arcobaleno | un romanzo di Paul Mendez

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 45 | estate 2021

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Black Lives Matter. Se i disumani secoli dello schiavismo sono solo un lontano ricordo, è pur vero che la società biancocentrica continua più o meno velatamente a dettar legge, a spadroneggiare, a separare. L’integrazione è un processo lento, molto lento. Le cronache internazionali riportano quotidianamente episodi di intolleranza e di insofferenza, lasciando emergere il ritratto di una contemporaneità irrisolta, xenofoba, classista e fintamente moderna. Le minoranze – tutte, nessuna esclusa – vivono un problema. E sono i neri, ora come allora, a pagare forse il prezzo più alto. Lo sa bene Paul Mendez, classe 1982, scrittore inglese di origini giamaicane, al suo esordio con il romanzo semiautobiografico Latte arcobaleno (Edizioni di Atlantide, 2021). (continua a leggere)

LE BIONDE SI DIVERTONO DI PIÙ | Una vita d’artista | Catherine Cusset racconta David Hockney

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021

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Raccontare scena e retroscena di sua maestà David Hockney – artista vivente che, a dispetto dell’età, è ancora magnificamente operativo e ispirato – non è un’impresa da poco. Lo sa bene la scrittrice francese Catherine Cusset (quattordici romanzi all’attivo) che in Vie de David Hockney (Una vita d’artista, Guanda, 2020) ha preferito ricorrere alla formula narrativa del romanzo eludendo a priori i rigori castranti della fredda biografia. Attingendo da un ricco materiale documentario (scritti autografi, interviste, articoli, saggi critici e testimonianze video) Cusset  ha riunito i tasselli di un grande puzzle dando vita ad un appassionato homage sospeso tra suggestione letteraria e verità storica. L’artista inglese ne esce tratteggiato a tutto tondo, schizzato, dipinto, fotografato, sebbene la sua figura irriverente, vivace e incantata a più riprese sfugga, scomponendosi come in un polittico o sovrapponendosi più volte a se stessa. (continua a leggere)

IL LEGGENDARIO CAPPELLO RAGGIANTE | Un gendarme | un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021

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Sulla lavagna mirbelliana la linea di demarcazione tra buoni e cattivi non è mai così netta. Sagace osservatore delle pieghe più nascoste dell’animo umano, Mirbeau ha imparato fin dalla tenera età che, sotto il vello candido del mite agnello, può celarsi quello ispido e grigio del lupo. Nelle pungenti invettive giornalistiche, e più ancora nella sua audace opera letteraria, il severo e pungente fustigateur ha fatto le pulci a tante categorie di intoccabili. Nei Contes cruels, storia dopo storia, assistiamo al progressivo smantellamento delle impalcature sociali; a collassare è il grande caleidoscopio di imposture che agisce, troppo spesso impunemente, al riparo di posticce rispettabilità e maschere istituzionali. (continua a leggere)

NON È VON GLÖEDEN | È da lì che viene la luce | un romanzo di Emanuela E. Abbadessa

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021

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Non è raro che l’ispirazione per il soggetto di un romanzo possa scaturire da una fotografia. Magari una vecchia fotografia in bianco e nero, di quelle smangiate sui bordi, ingiallite o sbiadite dal tempo. Lo scatto di un autore ignoto o, perché no, il capolavoro di un grande fotografo storicizzato. Nell’istantanea, custode inconsapevole della struggente fuggevolezza del vivere, il tempo sembra concedere una porzione di sé, consentendo a chi guarda di potersi affacciare da una finestra altrimenti murata. Sulle fotografie, immobili e mute testimoni di un passato irrimediabilmente perduto, sopravvivono giovinezze e solitudini d’inestimabile bellezza, atmosfere immortalate in un perfetto equilibrio di luci e di ombre. Nella sua etimologia greca, lo ricordiamo, fotografare significa scrivere con la luce. Parole oscure e luminose emergono dunque da questi piccoli fotogrammi, ritagli di mondo che al tempo stesso tacciono e raccontano. È da lì che viene la luce muove proprio da queste premesse, offrendosi come una sorta di fotografia romanzata o, specularmente, come un romanzo fotografico. (continua a leggere)

HANS E KONRADIN | Fred Uhlman | L’amico ritrovato cinquant’anni dopo

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 44 | primavera 2021

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Febbraio 1932. Il sedicenne Hans Schwarz, figlio di un medico ebreo, frequenta il Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, il liceo più prestigioso del Württemberg. Sogna di diventare un poeta ma, più di ogni altra cosa, sogna di trovare un amico, un amico speciale, l’amico della vita. «Nella mia classe non c’era nessuno che potesse rispondere all’idea romantica che avevo dell’amicizia, nessuno che ammirassi davvero o che fosse in grado di comprendere il mio bisogno di fiducia, di lealtà e di abnegazione, nessuno per cui avrei dato volentieri la vita.» (continua a leggere)

IL NETTARE DEI LUPI | Della Pædophilia e altri sentimenti | un saggio (incompiuto) di Annie Leclerc

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 43 | inverno 2020/21

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Nella sua etimologia greca il termine Pædophilia sta a designare l’attrazione per i bambini, senza però trascinare necessariamente con sé una connotazione esplicitamente sessuale, diversamente dal più contemporaneo e crudo “pedofilia”. «Da molto tempo cerco il nome di ciò di cui voglio parlare…». Scoprendo in se stessa «i mezzi per pensare l’impensabile» e per dire l’indicibile, la filosofa francese Annie Leclerc (1940-2006) prende il coraggio a due mani e osa pronunciare l’impronunciabile. Nella prima pagina del saggio – purtroppo incompiuto e pubblicato postumo – Pædophilia assume così un nome proprio, un’identità specifica, a dispetto del grande tabù che da sempre ne ha garantito l’invisibilità. Il mostro, corporeo e spirituale a un tempo, si palesa quale «entità, trascendente, che tira le fila delle generazioni e perpetua la specie o talvolta la spezza.». Sentimento giano, subdolo, ambiguo, supremo parassita dell’infanzia, «il più antico e il più attuale dei demoni che presiedono alla sorte degli umani.». (continua a leggere)

SMITIZZARE JACK LO SQUARTATORE | Le cinque donne. La storia vera delle vittime di Jack lo Squartatore Un saggio di Hallie Rubenhold

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 43 | inverno 2020/21

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Polly, Annie, Elizabeth, Kate e Mary Jane. Sono i nomi delle cinque donne barbaramente assassinate a Londra da Jack lo Squartatore tra il 31 agosto e il 9 novembre del 1888. Cosa sappiamo esattamente di loro? Quale immagine, a distanza di più di un secolo dai fatti, si è consolidata nell’immaginario collettivo? Eclissate dalla fama leggendaria del loro misterioso assassino, queste cinque sventurate non sono altro che “le vittime”, quasi che nessuna di loro fosse detentrice di un’identità specifica o di una storia personale degna di essere raccontata. La storia – e prim’ancora della storia (e del mito) la cronaca nera dell’epoca – ce le ha consegnate come mere prostitute comuni, figurine tanto dissolute quanto dissolte, vaghe, insignificanti, emblema di tutta quella trascurabile e disordinata sottoumanità brulicante ai margini della composta e puritana società vittoriana. (continua a leggere)