Posts Tagged ‘ amateurs d’Octave Mirbeau ’

LES MORTS VONT SEULS… | I due viaggiatori | un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 45 | estate 2021

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Il lavoro che fagocita il tempo. Il lavoro che abbruttisce, svilisce e condiziona. Il lavoro che riduce l’individuo a lavoratore, a ingranaggio di una macchina sociale religiosamente produttiva. Il lavoro ad ogni costo e ad ogni prezzo. Il lavoro che, prima del corpo, usura l’animo, l’intelletto e la percezione di un sé nel rapporto con il mondo. Su questo verte Les deux voyageurs (I due viaggiatori), uno dei racconti più crudeli di Octave Mirbeau. (continua a leggere)

PERCHÉ LEGGERE OCTAVE MIRBEAU

Musee de Bretagne, Collection Arts graphiques

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 42 | autunno 2020

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Perché leggere oggi Octave Mirbeau? Quale messaggio fondamentale, a oltre un secolo dalla morte, è ancora in grado di veicolare le grand démystificateur? Perché studiarlo? Perché promuoverne la conoscenza? Cos’ha da dirci e da rivelarci che non ci è dato di ritrovare in un altro intellettuale del suo tempo? Perché proprio Mirbeau? Le ragioni sono molteplici e vanno argomentate, sebbene si sarebbe quasi tentati di delegare alla sola feroce eloquenza della sua opera – un’opera che, letteralmente, parla da sola – il difficile compito di dipanare tutti i legittimi interrogativi. (continua a leggere)

L’OCCASIONE IRRIPETIBILE | La prima emozione | un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 40 | autunno 2019

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All’appello mirbelliano non è raro che rispondano gli assenti, figure umane talmente labili e impalpabili che a malapena si distinguono dallo sfondo. Esistenze meschine, accigliate, che si insinuano nel mondo senza mai concretamente parteciparvi. Identità latenti, impersonali, buone solo a far numero nelle traiettorie ordinarie della formicolante collettività. Sagome frigide, refrattarie al pensiero e finanche al desiderio, prive di slancio, agite solo dalla meccanicità del proprio respiro. Cittadini ubbidienti, elettori acritici, lavoratori zelanti e cristiani rispettabili: uno di questi è Monsieur Isidore Buche, impiegato al Ministero della pubblica istruzione. (continua a leggere)

CHI NON LAVORA NON MANGIA | Le bocche inutili | un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 39 | estate 2019

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Il dramma si consuma nel tiepido focolare di una dimora miserabile, dove un tozzo raffermo di pane nero e una mela acerba sono tutto quello che offre la tavola. Dopo una vita di duro lavoro père François a malapena riesce a reggersi in piedi. Quasi ottantenne, vecchio comme le pont de la Bernache, le reni nodose come un tronco secolare, supplica la sua giovane moglie di dargli qualcosa da mettere sotto i denti. «…ebbe freddo al cuore», il vecchio e affamato père François, nel constatare che la sua scodella non era stata apparecchiata secondo il solito. La risposta della moglie – donna austera e rigida ma «assai vivace, con due occhietti brillanti di avara» – non si fece attendere: «Che cosa vuoi farci, vecchio mio? (…) Tutto ha un termine su questa Terra. (…) Bisogna che ti rassegni… riposati…» (continua a leggere)

LE AMBIZIONI BORGHESI | Per ingrandirsi | un racconto di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 38 | marzo 2019

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Nel breve racconto Per ingrandirsi (Pour s’agrandir, in La Pipe de cidre, E. Flammarion, 1919) Octave Mirbeau denuda tutta la meschinità e la ristrettezzadelle ambizioni borghesi. Protagonista, in un paesello imprecisato della vasta provincia francese, è una famiglia agiata e ordinaria della seconda meta del XIX secolo: i Pasquain. Trovandosi troppo ristretti nella loro piccola casa in place de l’Eglise, i Pasquain decidono di fare il grande salto, ovvero di acquistare «una più vasta proprietà che vagheggiavano da gran tempo.» Questa necessità di ingrandirsi, di allargarsi, faceva il paio con il desiderio di nobilitarsi all’occhio sociale, per elevarsi dalle gerarchie più basse del loro ceto d’appartenenza. (continua a leggere)

LA MALATTIA DEL SECOLO | Mirbeau e la nevrastenia

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 37 | dicembre 2018

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Les vingt et un jours d’un neurasthénique (Paris, Eugène Fasquelle Èditeur, 1901) raccoglie cinquantacinque racconti scritti tra il 1887 e il 1901, già precedentemente pubblicati su quotidiani e riviste. Mirbeau, fondendo coraggiosamente molteplici soluzioni linguistiche, ne fa una sorta di romanzo, un’opera composita, ma solida, cucita con robusti fili narrativi. Il protagonista risponde al nome di Georges Vasseur (narratore e alter ego dell’autore), un inguaribile insofferente che, malvolentieri, si ritrova a scontare una cura di tre settimane (les vingt et un jours) in una nota località termale. Sebbene il nome dello stabilimento non sia esplicitato, sappiamo di trovarci a Bagnères-de-Luchon, in Alta Garonna, la più celebre località idrotermale dei Pirenei francesi. Qui, in ossequio agli inviolabili dettami della moda borghese che impone la prassi dei soggiorni-benessere, converge tutto un esercito di incurabili, una moltitudine di nevrastenici, un nutrito bestiario umano con il quale, suo malgrado, Georges Vasseur è costretto a interagire. (continua a leggere)

FLEURY & GAUDON | Due amici s’amavano | Un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 36 | settembre 2018

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Mirbeau ci informa subito che quella di Isidore Fleury e del suo amico-collega Anastase Gaudon è una storia morale che «può scriversi in due righe». Tra i Contes cruels questo è infatti uno dei più stringati, come spicce sono le effimere esistenze di questi due zelanti impiegatucci della medio-borghesia francese di fine Ottocento. Difficile immaginare due vite più insulse di quelle di Fleury e Gaudon, scandite dalla più grigia delle routine e dall’assenza pressoché totale di pulsioni e aspirazioni. Trentacinque anni di lavoro metodico nello stesso ministero, sempre fianco a fianco a farsi ombra l’uno con l’altro, senza mai che «il sogno di qualcos’altro» penetrasse nei loro abulici cervelli, «regolati come orologi dello Stato». Hanno nomi distinti ma identità coincidenti, se identità possono dirsi quelle di Fleury e Gaudon. Nessuna passione è stata mai capace di smuoverli, nessuna idea, nessun desiderio. (continua a leggere)

OPPRESSORI E OPPRESSI | Mirbeau contro la folle ottusità del potere | La Vacca picchiettata e altre strane storie

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 34 – Marzo 2018

VERSIONE SFOGLIABILE

Il Mirbeau che difende Rodin dall’ottusità accademica, che si espone a favore di Dreyfus, che condanna senza mezzi termini l’ingessata mediocrità delle istituzioni e le ingerenze clericali, che prende le distanze dal giornalismo servile, che libera la letteratura dallo spettro delle belle lettere, è lo stesso che, nella più ampia delle prospettive civili, si schiera dalla parte degli oppressi contro gli oppressori. Operando un coraggioso rovesciamento della piramide gerarchica Mirbeau, con compiaciuta irriverenza, denuda la spocchiosa arroganza dei padroni dando voce alla pena degli ultimi. (continua a leggere)

LE DOLOROSE COMPAGNE | Mirbeau in difesa di Rodin | Octave Mirbeau, Rodin

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 33 – Dicembre 2017.

VERSIONE SFOGLIABILE

Contestato dai mediocri, ignorato dagli accademici, perseguitato dall’odio degli sciocchi, Auguste Rodin trovò in Octave Mirbeau il più acceso e devoto dei suoi sostenitori. Tra il 1885 e il 1902, sulle pagine dei quotidiani parigini «Le Journal», «L’Ècho de Paris», «La France» e «La Plume» lo scrittore francese si adoperò con ogni mezzo per celebrare la grandezza e il genio rivoluzionario di Rodin. Questi articoli, in equilibrio tra l’homage e la critica d’arte ma redatti alla stregua di appassionati pamphlet, descrivono bene il clima teso che nell’ultimo ventennio del XIX secolo agitava l’ancien regimedelle caste artistiche tradizionali sempre più turbate dalle nuove istanze innovatrici. Quando Mirbeau scrive il suo primo articolo su Rodin («La France», 18 febbraio 1885) l’Impressionismo esisteva ufficialmente come movimento già da oltre un decennio. (continua a leggere)

TI RENDO IL MALE! | Rabalan | Un racconto crudele di Octave Mirbeau

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 33 – Dicembre 2017.

VERSIONE SFOGLIABILE

Il male, entità informe e impalpabile, ha sovente bisogno di involucri che di volta in volta lo contengano e lo visualizzino. Proiettato su un oggetto o su un soggetto, e fattovi aderire, il male assume le fattezze rassicuranti di un avversario individuabile, concreto, affrontabile; così figurato e antropomorfizzato, sottratto all’invisibilità, il male incute meno terrore e diventa un bersaglio, un capro espiatorio. È quello che accade a Rabalan, un povero diavolo cui l’intero paese ha affibbiato lo stigma di stregone. Eppure di stregoneria il povero Rabalan non se intende affatto, non sa nemmeno cosa sia. Di magia la sua vita di stenti ne ha conosciuta poca. (continua a leggere)