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LA PROFEZIA DI McLUHAN | ovvero la contemporaneità come ritorno al prealfabetico

Su Amedit n. 28 – Settembre 2016

Schermi e schermetti dei nuovi media ipertecnologici hanno modificato profondamente la nostra percezione della realtà. Hanno spalancato finestre che sarà impossibile richiudere. Ogni aspetto della realtà contingente appare, nel bene e nel male, sempre più filtrato, virato, condiviso. La comunicazione, rotti gli steccati tradizionali, si va amplificando altrove, stabilendo relazioni un tempo inimmaginabili. La rappresentazione della realtà, fedele o fuorviata che sia, ha finito per coincidere con la realtà stessa, e viceversa, in un’unica soluzione di continuità. Quando la sovrapposizione si fa compenetrazione è davvero arduo distinguere, subentra così una fluidità di fondo, un flusso che convoglia il tutto in un unico grande gorgo. (continua a leggere)

 

SOTTO UN CIELO MUTO | Elie Wiesel (30 settembre 1928 – 2 luglio 2016)

Su Amedit n. 28 – Settembre 2016

Eliezer Wiesel trascorre la sua infanzia in una piccola cittadina della Transilvania, Sighet, nel distretto delle Maramureş. Ebreo ortodosso animato da una fede totalizzante, Elie è poco più che un bambino quando ai giochi e alla spensieratezza preferisce lo studio appassionato del Talmud. In sinagoga si raccoglie in genuina preghiera, piange per la distruzione del Tempio, e ha un solo desiderio: trovare un degno maestro che lo introduca ai misteri della Cabbalà. Elie vive in Dio e per Dio. Non ha altro per la testa che la sua grazia e la sua misericordia. Non ha esperienza del male. Sa solo che il male è nell’assenza di Dio. Nell’assenza di luce. All’età di quindici anni sul primo fiore della sua giovinezza calerà la notte, la notte più nera che un’anima pura possa arrivare a concepire, il buio pesto, la tenebra più assoluta. (continua a leggere)