Posts Tagged ‘ Marguerite Radclyffe Hall ’

MISS STEPHEN | Radclyffe Hall ovvero il diritto all’esistenza

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 40 | autunno 2019

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Sono trascorsi più di novant’anni dalla prima pubblicazione di The well of loneliness (1928, editore Jonathan Cape), un romanzo dichiaratamente lesbico che costò alla sua autrice, la scrittrice inglese Radclyffe Hall, un umiliante processo per oscenità. In sua difesa si mobilitarono, tra gli altri, E. M. Forster, Virginia Woolf, G. Bernard Shaw e Vita Sackville-West. Dopo la condanna il libro venne messo al bando ma, a dispetto delle reiterate censure, conobbe una vastissima diffusione: tradotto in undici lingue, vendette un milione di copie nel solo arco del quindicennio 1928-1943. (continua a leggere)

L’ASPIRAZIONE IRRINUNCIABILE | Al mondo | un romanzo di Radclyffe Hall

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 37 | dicembre 2018

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Londra, estate 1914. L’astratta minaccia tedesca assume forma concreta e penetra con violenza negli ingranaggi della quotidianità stravolgendone gli equilibri consolidati. L’irrompere dello straordinario nell’ordinario smembra e riformula tutti quegli assetti che si credevano immutabili. Quando gli uomini idonei si arruolano per difendere la Madre Inghilterra, tocca alle donne – fino a un attimo prima relegate a ruoli satellite – prendere il loro posto. La guerra, grande dispensatrice di disordine sociale, assesta il colpo di grazia agli strascichi di un Ottocento che ancora si ostinava a confinare il maschile e il femminile in rigidi compartimenti stagni. È questo frangente storico di inquietudine e di cambiamento che Radclyffe Hall illumina e indaga nel romanzo The world (Al mondo, Fandango, 2018, traduzione di Claudio Marrucci), opera incompiuta che in più passaggi rivela similitudini con il successivo Il pozzo della solitudine (1928). Il protagonista è Stephen Winter, «un timido pesciolino spaurito in una vasca di porfido piena di pesci rossi», personificazione dello smarrimento e dell’inadeguatezza. (continua a leggere)

IL DEMONE DI SIDONIA | La vita del sabato | Un romanzo di Radclyffe Hall

Pubblicato sulla versione cartacea di Amedit n. 33 – Dicembre 2017.

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Con La vita del sabato (A Saturday Life, 1925) Radclyffe Hall mette a segno il suo terzo romanzo. Una storia in bilico tra dimensione reale e fascinazione misterica, attraversata da una forte carica simbolica, coraggiosa nel tratteggiare (in anni dove di omosessualità femminile si parlava poco o nulla) un’inquietudine più identitaria che esistenziale. Vi è improntata l’architettura, in divenire e insieme pericolante, di una femminilità non allineata alla disperata ricerca di una legittimazione, di un senso, di una propria irrinunciabile felicità. Una fiera natura maschile imprigionata in un corpo femminile: questo fu innanzitutto Marguerite Radclyffe Hall, scrittrice inglese nata a Bournemounth (Hampshire) nel 1886 e morta a Londra nel 1943. Figura inquieta, ma coraggiosa e determinata, Radclyffe Hall ha saputo ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nella letteratura inglese del primo Novecento, sfidando le convenzioni di quella stessa società che pochi anni addietro aveva gettato nel fango Oscar Wilde, una società timorata e timorosa che continuava a perseguitare con le parole e con le azioni tutte quelle esistenze non allineate. (continua a leggere)

OLTRE LA PALUDE | La sesta beatitudine | L’ultimo romanzo di Radclyffe Hall

Su Amedit n. 27 – Giugno 2016

Una fiera natura maschile imprigionata in un corpo femminile: questo fu innanzitutto Marguerite Radclyffe Hall, scrittrice inglese nata a Bournemounth (Hampshire) nel 1886 e morta a Londra nel 1943, all’età di cinquantasette anni. Figura inquieta, ma coraggiosa e determinata, Radclyffe Hall ha saputo ritagliarsi un ruolo di tutto rispetto nella letteratura inglese del primo Novecento, sfidando le convenzioni di quella stessa società che pochi anni addietro aveva gettato nel fango Oscar Wilde, una società timorata e timorosa che continuava a perseguitare con le parole e con le azioni tutte quelle esistenze non allineate. A soli ventun anni “John”, questo uno dei suoi pseudonimi, entra in possesso di una cospicua eredità, comincia a viaggiare per il mondo (bardata perlopiù in eleganti abiti maschili) e pubblica a sue spese le prime raccolte di poesie. Nel 1907 si lega sentimentalmente alla cantante Mabel Veronica Label, ma il grande amore della sua vita sarà la scultrice Una Vincenzo (o Lady Troubridge, nota anche per aver tradotto in inglese l’opera di Colette). (continua a leggere)