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AMEDIT MAGAZINE, n° 22 – Marzo 2015

Amedit cresce, dilata i suoi orizzonti, irrompe e si impone sempre più prepotentemente nella scena culturale italiana. I consensi si moltiplicano, il team vanta firme sempre più autorevoli e in redazione l’entusiasmo cresce, segno che ci stiamo muovendo nella direzione giusta (perseguendo obiettivi sempre più condivisi). Sette anni di attività ininterrotti, un settennato di puro laboratorio, una fucina sempre accesa con le finestre spalancate sul mondo. La lumachina non molla, e procede, incurante delle spine e sempre più ghiotta di rose. Eccoci al numero speciale di marzo 2015, un numero mediterraneo e primaverile sotto tutti gli aspetti; l’auspicio – come denuncia la cover di Iano significativamente intitolata “Noli me pungere” – è quello di una rifioritura, di un’impollinazione, a dispetto di ogni verderame e di ogni impostura. (continua a leggere)

MORENO BONDI E L’ARCHETIPO MITICO

Parlare di “figurazione” (narrazione, rappresentazione) e di “tecnica pittorica tradizionale” (olio su tela) nel frangente così smaccatamente virtuale attraversato oggi dall’arte contemporanea, è un’impresa quanto mai ardua tanto per lo storico dell’arte – che è chiamato a compiere la sua decodificazione – quanto per l’artista stesso, e cioè per colui che deliberatamente ha scelto gli strumenti della sua missione creativa; la problematica, per riflesso, investe anche l’osservatore, ossia la parte più squisitamente
ricettiva, che si trova ad interagire con un mediumlinguistico fagocitato dalla tradizione e, in apparenza, quasi completamente avulso dalle metodiche odierne della comunicazione. Compito dello storico, in primo luogo, è quello di comprendere quali motivazioni, quali spinte emozionali spingano oggi un artista a far propri gli strumenti espressivi che son stati appannaggio di altre epoche; una domanda più che legittima, e che necessariamente deve precedere un’esaustiva analisi dell’immaginario applicato al repertorio iconico. (continua a leggere)

UN ENIGMA IN DIVENIRE Moreno Bondi

Parlare di “figurazione” (narrazione, rappresentazione) e di “tecnica pittorica tradizionale” (olio su tela) nel frangente così smaccatamente virtuale attraversato oggi dall’arte contemporanea , è un’impresa quanto mai ardua tanto per lo storico dell’arte – che è chiamato a compiere la sua decodificazione – quanto per l’artista stesso, e cioè per colui che deliberatamente ha scelto…[Continua a leggere…]