Posts Tagged ‘ Roberto Pazzi ’

AMEDIT MAGAZINE, n° 22 – Marzo 2015

Amedit cresce, dilata i suoi orizzonti, irrompe e si impone sempre più prepotentemente nella scena culturale italiana. I consensi si moltiplicano, il team vanta firme sempre più autorevoli e in redazione l’entusiasmo cresce, segno che ci stiamo muovendo nella direzione giusta (perseguendo obiettivi sempre più condivisi). Sette anni di attività ininterrotti, un settennato di puro laboratorio, una fucina sempre accesa con le finestre spalancate sul mondo. La lumachina non molla, e procede, incurante delle spine e sempre più ghiotta di rose. Eccoci al numero speciale di marzo 2015, un numero mediterraneo e primaverile sotto tutti gli aspetti; l’auspicio – come denuncia la cover di Iano significativamente intitolata “Noli me pungere” – è quello di una rifioritura, di un’impollinazione, a dispetto di ogni verderame e di ogni impostura. (continua a leggere)

LA NUDA BELLEZZA DELLE PAROLE Roberto Pazzi | Vangelo di Giuda – Nuova edizione Bompiani 2015

Più una storia è lontana, nello spazio e nel tempo, e più è suscettibile di nuove riformulazioni, specie quando le testimonianze documentali che pretendono di comprovarla si presentano lacunose, frammentarie, virate dalle traduzioni e dalle copiature. L’esempio dei Vangeli in tal senso è particolarmente emblematico (certo similari, ma in più punti contraddittori se non addirittura diversi). Chi li ha redatti? Quale visione li ha ispirati? Quale rapporto lega il logos(orale, memico) alla sua versione scritta (stilata, segnica)? Chi è veramente Jeshua e quale messaggio intendeva veicolare attraverso la nuda bellezza delle sue parole? (continua a leggere)

I SESSI TRASPARENTI | La trasparenza del buio | il nuovo romanzo di Roberto Pazzi

Con l’avanzare dell’età il desiderio d’amore si affievolisce, a tratti sfuma, ma non si estingue del tutto, e anzi talvolta può reimpennarsi con insospettata violenza. È questo il caso di Giovanni Caonero, Nane per i più stretti, professore sessantenne padovano. Nell’arco di pochi giorni l’attempato ma ancora piacente protagonista vivrà tre distinte passioni, tanto brevi quanto intense: la prima con Luca (un virile e ruspante trentenne gerontofilo rimorchiato in una sauna), la seconda con Pierre (quarantenne, stilista di fama internazionale, contattato su una chat), la terza con Eros (studente universitario, il classico allievo innamorato del maestro). Tre incontri distinti sì, ma al contempo concomitanti, concentrati, emblematicamente intrecciati. Giovanni Caonero ha alle spalle un matrimonio fallito, e solo ora che ha i capelli grigi, dopo anni di finzioni e malcelate velature, solo ora ha il coraggio di viversi fino in fondo, di veder esauditi i suoi desideri senza il controcanto del senso di colpa. (Continua a leggere)

AMEDIT MAGAZINE, n° 20 – Settembre 2014

Scoprire, svelare, togliere il velo. Spogliarsi, finalmente, di ogni impostura. Non sono forse i fantasmi ad agitarsi sotto i lenzuoli? Messa a nudo la verità si manifesta in tutta la sua limpida trasparenza. I tempi, ora, forse sono sufficientemente maturi per iniziare la svestizione, nel nome di una Civiltà necessaria, irrinunciabile. La donna, in particolare – così avvolta, appallottolata in una sottocultura che la vuole più femmina-madre che persona – farebbe bene ad affrancarsi sia dai burqa d’Oriente che dai botox d’Occidente. In questo numero la nostra riflessione si spinge oltre il velo, oltre gli intrighi di certe trame, oltre quelle ragnatele che hanno attecchito tra le culture e le religioni. Al velo che copre, ammanta e censura ben si farebbe a opporre il velluto di un sipario che si spalanca sullo spettacolo autentico e nudo della vita, una vita imprevedibile che per sua natura non assegna ruoli fissi ma solo opportunità. Ai metri e metri di tessuti luttuosi (tuniche, tonache o altre palandrane) e agli orditi sintetici (patine siliconiche o altri innesti sottocutanei) ci sentiamo di preferire le mise più adamitiche, figlie primogenite di un’umanità sana e naturale. Oltre il velo c’è dunque la persona, ed è a questa che bisogna guardare per poterla riconoscere e apprezzare nella sua unicità. La copertina ideata da Iano, significativamente intitolata “VE LO DO IO”, vuol far riferimento proprio a questo; nell’icona però, come in un gioco di specchi, è un’impacciata figura maschile a indossare il velo, nel caso specifico una veletta, che lo traspone in una condizione d’improbabile vedovanza (le ragnatele alle sue spalle rimandano a tradizioni e convenzioni obsolete e, al contempo, a temibili trappole). Amedit, giunta al suo ventesimo numero, desidera ringraziare ancora una volta tutti i suoi lettori, e un ringraziamento particolare va agli sponsor che con puntualità e coraggio sostengono orgogliosamente il nostro progetto. (Continua a leggere)